La ricerca sulla quantum technology per ridurre i rischi dell’IoT

04/12/2019 Microsistemi in grado di generare milioni di bit al secondo possono rendere impenetrabili gli oggetti connessi (IoT, smartphone o altro) a qualsiasi attacco esterno da parte di hacker.

I dispositivi connessi a internet nel 2020 saranno dai 30 ai 50 miliardi, molti dei quali rientrano nel mondo dell’Internet delle cose (interruttori, impianti di riscaldamento, serrature, semafori, ecc.).

La diffusione di oggetti collegati in rete ha aperto un’importante questione legata al problema della sicurezza informatica. Una ricerca McKinsey riporta che il 75% degli esperti del settore percepisce chiaramente il problema, ma solo il 16% ha idea di come affrontarlo. Qui si posiziona una delle aree di ricerca sulla tecnologia quantistica che si sta portando avanti nel laboratorio congiunto Q@TN (in collaborazione con UNITN e CNR) e permetterà di realizzare dispositivi in grado di prevenire questi attacchi.

L’esempio pratico è QRANGE, un progetto avviato nel 2019 all’interno della Quantum Flagship in collaborazione con vari istituti europei e con soggetti privati come BOSCH, che permette di creare microsistemi in grado di generare milioni di bit al secondo che possono rendere impenetrabili gli oggetti connessi (IoT, smartphone o altro) a qualsiasi attacco esterno da parte di potenziali hacker.