Premiato a Smau 2019 il modello scuola lavoro di FBK
È stato consegnato ieri a Milano il riconoscimento che vede nel progetto ‘SenSAT’ un esempio virtuoso di innovazione scolastica
Il progetto ‘SenSAT’ si è posto come obiettivo la realizzazione di una soluzione per la sicurezza dei rifugi alpini, attraverso la realizzazione di sensori e di un sistema integrato di controllo, coinvolgendo le scuole in una filiera tipica dell’innovazione, simulando le attività che normalmente vengono svolte all’interno delle aziende. Di questo si è parlato al tavolo di lavoro ‘Progetto Scuola’, organizzato da Smau in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento e la Fondazione Bruno Kessler. Un’occasione in cui si è discusso della possibilità di ‘esportare’ questo e altri progetti sviluppati dalla FBK anche fuori dal territorio provinciale. Al termine del tavolo, presenziato da importanti aziende partecipanti a Smau, amministrazioni regionali, dirigenti della Provincia autonoma di Trento, ricercatori FBK e dall’assessore all’istruzione, università e cultura della PAT Mirko Bisesti, è stato consegnato il ‘Premio Innovazione’ che riconosce nel progetto SenSAT un modello d’innovazione che può interessare le amministrazioni e i partner industriali dell’intero Paese. “È un onore oggi essere a Milano a ritirare questo premio che ha visto collaborare 7 istituti scolastici trentini assieme a un centro di eccellenza del nostro territorio come FBK – spiega l’assessore Mirko Bisesti – che si è messo a disposizione in un progetto di alternanza scuola lavoro che ha coinvolto i giovani in un percorso di innovazione. Crediamo che questa attività meriti grande attenzione e la gratificazione di Smau lo dimostra”.
L’idea in breve
La proposta di alternanza scuola lavoro ideata e sviluppata dalla Fondazione Bruno Kessler, centro di ricerca della Provincia Autonoma di Trento, è un modello didattico di scuola-Lavoro innovativo che sperimenta una modalità nuova per ridurre la distanza tra scuola secondaria superiore e mondo del lavoro. Il modello fa sperimentare ai ragazzi i vari aspetti di un sistema di innovazione di prodotto e li porta a toccare con mano una situazione realistica di lavoro aziendale. Nuove conoscenze messe a fattor comune, grazie al gioco di squadra, valorizzano l’energia e la creatività dei partecipanti, consentono l’esercizio dello spirito critico e possono stimolare anche l’attitudine all’imprenditorialità.
Il progetto
L’iniziativa della Fondazione prevede la simulazione di un percorso di innovazione, dalla ricerca fino all’utilizzo del ritrovato. “Ogni progetto – spiega Pierluigi Bellutti, responsabile dell’unità Micro Nano Facilty del Centro Materiali e Microsistemi di FBK – coinvolge classi di diversi istituti, a ciascuna è affidato un compito specifico, come se fossero diversi reparti di una stessa azienda”. Così, ad esempio, nel caso del progetto che prevede lo sviluppo di un sensore per il controllo della qualità dell’aria, a due licei artistici sono stati affidati rispettivamente l’ideazione del brand e il design del prodotto, alla classe della scuola tecnico-economica l’analisi di mercato e lo sviluppo del business plan, a una classe di un istituto tecnico indirizzo chimico lo sviluppo del materiale sensibile al gas, a un istituto a indirizzo informatico la gestione del segnale dal sensore all’utente con invio di un sms in caso di allarme, a un liceo classico il compito di approfondire gli aspetti legali, mentre gli studenti di un liceo scientifico hanno lavorato al manuale.
L’attività si svolge nell’arco dell’intero anno scolastico e può così venire inserita nella programmazione in modo organico e coinvolge tutta la classe sotto la guida del tutor interno. Tutor esterni, esperti dal mondo professionale, affiancano con interventi specifici il docente e la classe portando così elementi preziosi di aggiornamento, allo stato dell’arte, a beneficio di tutti. Il programma del piano di lavoro è realizzato utilizzando un gantt che guida le riunioni periodiche mensili del “gruppo di contatto”, gruppo composto dai rappresentanti di ogni classe partecipante incaricato di riportare lo stato di avanzamento delle diverse attività, in modo da aiutare gli studenti a prendere coscienza dell’importanza del rispetto delle scadenze, per non bloccare la complessa catena di connessioni presenti nel flusso di sviluppo del progetto. Tre volte l’anno vengono poi proposti dei meeting in cui i ragazzi dei diversi istituti si ritrovano insieme per confrontarsi sul progetto e per seguire interventi professionali in grado di essere recepiti da tutti i partecipanti. Sono tutte occasioni che aiutano gli studenti a sperimentare il valore – e le dinamiche – del lavoro in team. Se l’obiettivo principale è formativo, la simulazione è destinata a produrre esiti concreti: l’obiettivo è infatti quello di arrivare a un prodotto “reale” e pronto per il lancio sul mercato.
Gli sviluppi futuri
“Visto il successo dell’esperienza attivata a Trento, riconosciuta da più parti come un modello d’eccellenza, è ora allo studio”, spiega Bellutti, “l’estensione del modello a livello nazionale” partendo da un coinvolgimento di altre amministrazioni regionali e di aziende interessate al tema, auspicando l’introduzione di simili progettualità nella programmazione dei fondi strutturali europei 2021-27: sono in corso contatti a tutti i livelli per raggiungere questo obiettivo e l’appuntamento di Smau Milano 2019 è stata una vetrina importante in questo senso”.
Alessandro Girardi
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