Piero Angela con gli studenti trentini per “Costruire il futuro”

03 June 2019

(v.l.) È una standing ovation quando Piero Angela entra all’Auditorium del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Le ragazze e i ragazzi si alzano e applaudono a lungo, sorridendo. Poi riprendono posto in rispettoso silenzio

Si è concluso oggi pomeriggio a Trento “Costruire il futuro”, il format ideato da Piero Angela che ha proposto un percorso formativo unico nel suo genere per studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado e dell’Università, con l’obiettivo di ampliare la formazione dei giovani in un mondo in continua trasformazione tecnologica, economica e culturale.
L’iniziativa, avviata in precedenza a Torino e a Roma, a partire da gennaio 2019 è stata realizzata anche a Trento grazie alla collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, e l’Università di Trento.
I 300 studenti iscritti al programma attraverso le scuole e l’Università, e che hanno seguito le conferenze durante l’anno scolastico, hanno potuto chiudere in bellezza con l’intervento di Piero Angela in dialogo con Piero Bianucci sul ruolo della tecnologia nella società moderna.
“Il mondo sta cambiando molto rapidamente”, sottolinea Piero Angela, “e i giovani che oggi hanno vent’anni entreranno in una società molto diversa dall’attuale. E’ importante che, attraverso questi incontri con esperti di alto livello, riescano ad aprire la loro mente sul futuro”.
Dopo l’introduzione di Piero Bianucci, Piero Angela parla della propria carriera, dei 67 anni di lavoro alla RAI, dei 50 anni nel campo della divulgazione scientifica, a partire dal progetto Apollo con lo sbarco sulla Luna.
“Amo il mio lavoro, non ho mai avuto ambizioni di carriera, ho rinunciato a ruoli dirigenziali per fare questo mestiere straordinario in cui si scoprono cose e si incontrano persone. Nel mio lavoro incontro dei cervelli straordinari”.
La riflessione passa poi al ruolo fondamentale della scienza e in particolare della tecnologia: “Mio padre era nato nel 1875, nella società della candela, non esisteva l’elettricità. La gente lavorava per la maggior parte nei campi. La speranza di vita era di 42 anni. Anche voi a quel tempo, anziché essere qui in un’aula universitaria, sareste stati probabilmente a far pascolare le mucche e a lavorare nei campi e sareste stati analfabeti. Le cose sono cambiate quando le ruote hanno cominciato a girare da sole, e non spinte dalla forza di un cavallo, di un bue o di un uomo. Con la tecnologia e l’energia disponibile e trasportabile. Improvvisamente si è avuta la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Nell’ultimo secolo la durata media della vita è raddoppiata e quasi tutti i bambini del mondo vanno a scuola. Tutto questo è merito della tecnologia, unita ai valori e allo studio, a propria volta permesso dalla tecnologia. La tecnologia cambia però anche continuamente le carte in tavola. Le persone e le aziende devono continuamente aggiornarsi e restare competitive per non soccombere”.
E poi il ruolo della comunicazione: “Nei dibattiti politici di queste cose spesso non se ne parla, si dà per scontato che tutto giri per conto proprio. Si parla di questioni che non incidono minimamente sul presente e sul futuro. Nell’informazione prevale spesso l’emotività e le cose più complicate fanno meno notizia. In Italia abbiamo un grande debito pubblico e anche un debito demografico che si ripercuoterà in futuro, a causa dell’invecchiamento della popolazione. Questi aspetti andrebbero divulgati. Io credo che parlando di questi argomenti, scrivendo libri, organizzando conferenze si riesca a svegliare un po’ la coscienza delle persone. Ma non dormendo e pensando che la cultura sia il giardino dei piaceri intellettuali. Anche noi giornalisti dobbiamo prendere la nostra parte di responsabilità nello spiegare queste cose. Importante anche il ruolo della scuola. A scuola si insegnano le materie scientifiche ma non si insegna la scienza. Il metodo scientifico già sarebbe sufficiente a smontare in buona parte le fake news”.
E infine il messaggio ai giovani: “Come se ne esce? Non lo so. Però c’è anche dell’ottimismo. Non possiamo pensare di cavarcela se non abbiamo la consapevolezza, se non ci impegniamo a migliorare le cose e a vederle in prospettiva. Voi dovete tutelarvi sul vostro futuro. Vi auguro di contribuire a questo perché voi, almeno in parte, domani sarete la classe dirigente. Cercate l’eccellenza, non accontentatevi, si può sempre fare meglio. Il futuro dipende anche da voi. Abbiate fiducia nel futuro e soprattutto in voi stessi”.

L’appuntamento è stato seguito anche in streaming alla pagina https://costruireilfuturo.com/streaming e sui social network della FBK.

Le 10 conferenze di “Costruire il futuro” erano state inaugurate venerdì 11 gennaio proprio con l’intervento del giornalista scientifico e scrittore Piero Bianucci e il saluto video di Piero Angela e hanno via via visto la partecipazione di Anna Cereseto, Juan Carlos De Martin, Staffan De Mistura, Cesare Furlanello, Filippo Giorgi, Giovanni Andrea Prodi, Francesco Profumo e Massimo Tononi. Una serie di interventi, moderati da Claudio Ruatti, dedicati al mondo che verrà, con analisi e visioni di futuro, proposte attraverso la viva voce di esperti protagonisti del presente nel mondo della scienza, della sociologia, della medicina, del giornalismo, dell’economia e dell’imprenditoria. Gli incontri sono stati seguiti con interesse dagli studenti e dalle studentesse che hanno potuto porre ai relatori le proprie domande e curiosità sul futuro. Ogni conferenza è stata trasmessa in streaming ed è possibile rivedere tutte le registrazioni video alla pagina: https://costruireilfuturo.com/streaming/

Grazie alla collaborazione con RAI Trentino, è inoltre disponibile un approfondimento delle conferenze sulla piattaforma digitale RaiPlay.

Per maggiori informazioni:

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