Fasciste di Salò. Una questione giudiziaria

Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea – Verona
Via Cantarane 26, Verona
«Tra il 1943 e il 1945 molte donne aderirono alla Repubblica sociale italiana e si schierarono a fianco dei tedeschi. Una parte di loro erano donne in armi; inquadrate in bande e brigate nere, parteciparono a rastrellamenti e stragi, commisero omicidi e torture nei confronti di civili e partigiani. Altre erano spie al servizio dei tedeschi o degli uffici politici della RSI, denunciarono ebrei e partigiani contribuendo attivamente alla loro cattura e molto spesso alla loro morte. Nel dopoguerra furono processate e condannate per collaborazionismo. Le storie di queste fasciste saloine (e di alcuni loro camerati) permettono di riflettere su alcuni temi rilevanti per comprendere l’Italia uscita dal fascismo e dalla seconda guerra mondiale: il rapporto di queste donne con la violenza, le posizioni di dura condanna o di clemenza assunte dalle Corti nei loro confronti, le strategie che misero in atto per negare le accuse o per difendersi, l’atteggiamento dell’opinione pubblica. É una storia che non si conclude nelle aule dei tribunale. Le scelte politiche dei governi del dopoguerra, i numerosi provvedimenti di clemenza (amnistie, grazie, liberazioni condizionali) a partire dall’amnistia Togliatti del 1946, permetteranno nel giro di un decennio, il ritorno in libertà degli ex fascisti, uomini e donne».
Cecilia Nubola è ricercatrice presso l’Istituto storico italo-germanico di Trento. Si occupa di storia sociale e di storia della giustizia in età moderna e contemporanea. Tra le sue pubblicazioni, Grazia e giustizia. Figure della clemenza fra tardo medioevo ed età contemporanea (con Karl Härrer, il Mulino 2011) e Nei Tribunali. Pratiche e protagonisti della giustizia di transizione nell’Italia repubblicana (con Giovanni Focardi, il Mulino 2015).